Open internazionale “Parma città della cultura”

Benvenuti ai nuovi avventori e bentornati agli aficionados: oggi sono qui per raccontarvi dell’open di Parma, che si è svolto presso l’hotel “Parma e Congressi” dal 20 al 22 maggio.

Foto di Luciano Fischetti.

Questo torneo aveva già attirato la mia attenzione qualche mese fa ed ero intenzionato a partecipare; la mia indole di eterno indeciso, però, mi ha come al solito fatto decidere definitivamente all’ultimo momento.

Alla fine mi sono convinto, mosso anche dal legame che ho con Parma e col locale circolo, maturato durante i miei due anni di permanenza per ragioni di studio: alle volte, rivedere gli amici dopo due anni difficili di pandemia costituisce una motivazione sufficiente per partecipare a un torneo.

La collocazione della sede di gioco -uno spazioso e confortevole hotel 4 stelle isolato da tutto- mi ha fatto apprezzare durante la manifestazione di aver scelto di viaggiare in auto: senza di essa sarebbe stato difficoltoso pernottare in zona a prezzi più contenuti e ovviare all’inconveniente capitato al terzo turno, del quale vi parlerò in seguito.

Ho trascorso gran parte di questi 3 giorni parmigiani in compagnia dell’amico Maestro Fide Alessio Boraso -meglio noto su youtube come “Chessburger tv”- il quale, a qualche giorno dall’inizio della manifestazione, mi ha proposto di condividere una stanza…

Voi avreste avuto il coraggio di rifiutare la proposta di chi ha un canale da oltre 15.000 iscritti ed è una sorta di Chiara Ferragni degli scacchi?

Premiazione di Alessio, quarto assoluto.
Qui insieme a Luciano Fischetti

Personalmente non me la sono sentita: visto che in passato parecchi miei allievi mi avevano chiesto se lo conoscessi, potrò raccontare ai prossimi di avergli addirittura fatto da autista per ben 3 giorni!

A parte gli scherzi, Alessio é un amico di vecchia data e confrontarsi sulla scelta delle varianti e sui metodi di studio e di allenamento con chi é più forte di te offre sempre preziosi spunti di riflessione.

Qualche parola sul torneo, che per via delle ottime condizioni offerte -sede confortevole e montepremi interessante in primis, almeno secondo me- è stato un successo in termini di numeri e di livello tecnico medio: 108 partecipanti totali, tra cui 3 Maestri Internazionali, 3 Maestri Fide e 4 Maestri.

Tra i partecipanti, oltre a un cospicuo numero di giovani promettenti, anche colui che io definisco il nonno di tutti gli scacchisti, la cui sorprendente energia mi colpisce ogni volta: all’età di 96 anni il mitico Antonio Pipitone continua a lottare come un leone e a vincere diverse partite, dimostrando che la propria anzianità è esclusivamente un insignificante dato anagrafico. 

Per quanto concerne le condizioni di gioco ho particolarmente apprezzato l’ampia sala torneo, dotata di aria condizionata e di tavoli singoli sui quali è stato possibile per i giocatori disputare le partite in condizioni di massima comodità, appoggiando anche i propri oggetti.

Unica seccatura, sebbene indipendente dall’organizzatore, è stata l’obbligo di mascherina FFP2: le dinamiche di questo torneo mi hanno fatto tornare in mente la mia ormai celeberrima trasferta austriaca, dal momento che per l’intera durata della partita bisognava indossare una mascherina impegnativa mentre nella stanza attigua era possibile stare senza.

Chi mi conosce sa che mi muovo all’insegna della prudenza e che non sto affatto proponendo che si giochi senza protezioni: ritengo giusto che i giocatori partecipino alle manifestazioni in sicurezza e che non sia ancora il momento di abbattere ogni restrizione; tuttavia l’obbligo di FFP2 mi sembra esagerato e molto penalizzante, dal momento che nella maggior parte degli ambienti al chiuso -hotel inclusi- quest’obbligo non c’è più.

La più gestibile mascherina chirurgica avrebbe rappresentato, secondo me, il compromesso più sensato; in ogni caso, per quanto sia stato molto sgradevole essere stato ammonito dall’arbitro solo perché in una situazione di zeitnot avevo scoperto temporaneamente il naso per ossigenare meglio il cervello , riconosco che il comitato organizzatore abbia il compito di far rispettare le regole e che non abbia alcuna colpa della rigidità del protocollo.

Passando ad analizzare l’andamento del mio torneo, posso ritenermi tutto sommato soddisfatto, nonostante su certi aspetti ci siano grossi margini di miglioramento.

Per chi mi conosce, indovinare cosa non sia andato in questo torneo é quasi impossibile: nonostante lo studio ossessivo-compulsivo delle aperture sia sempre stata una mia caratteristica – ndr sarebbe un pregio se mi ricordassi tutto ciò che studio, ma così non è- , stavolta ho avuto la maggior parte dei problemi proprio in questa fase di gioco. 

In realtà, questo era prevedibile, vista una radicale modifica del mio piano di allenamento:

siccome lo studio nozionistico delle aperture e di altri aspetti non mi ha dato tanto in termini di risultati, ho deciso di dare netta priorità allo sviluppo di competenze pratiche mediante la risoluzione di esercizi su tutti gli aspetti del gioco ( o meglio, mediante il tentativo ma il frequente fallimento :D) , metodo che preferisco e trovo molto più utile, stimolante e divertente.

Fatto sta che la scarsa preparazione in apertura mi ha fatto patire le pene dell’inferno in tre partite su cinque, anche per via degli ordini di mosse originali e furbi proposti dai miei avversari. Vediamo come sono andati i singoli incontri.

1) Fuochi-Pagani 1-0  

Vittoria abbastanza pulita, in cui il Nero ha pagato a caro prezzo una grossa imprecisione posizionale: dopo aver impostato una struttura Semislava, coi pedoni centrali tutti su casa chiara, ha scelto di cambiare gli Alfieri delle case scure, creandosi dei buchi che credo di aver sfruttato abbastanza bene.

Una cena presso la mia paninoteca di Parma preferita in compagnia di due cari allievi è stata la ciliegina sulla torta di una giornata positiva.

2) Pelyushenko-Fuochi 0-1 

Difesa Olandese abbastanza a senso unico in cui il Bianco ha addirittura agevolato l’attacco del Nero sull’ala di Re, senza creare controgioco dall’altra parte.

É seguita spesa al supermercato e pausa pranzo rigenerante in camera. 

Le ultime parole famose: “ è solo l’una, il turno è alle 15.30, c’è tempo!”

3) Fuochi-Vancini 1-0 

Grazie al cielo la prudenza non è mai troppa e la verifica di un’informazione ha consentito a me e ad Alessio di non perdere a tavolino.

Alle 14.59, convinto che il turno fosse alle 15.30 e pregustando un sonnellino di un quarto d’ora, ho controllato il bando per sicurezza accorgendomi che, ahimè, ci eravamo sbagliati : nel momento in cui stavamo uscendo dalla stanza in fretta e furia, a un km di distanza gli arbitri stavano azionando gli orologi. 

Considerando che da bando c’era mezz’ora di ritardo tollerata, capite perchè disporre di un’automobile per recarci al turno è stato determinante?

Con 10 minuti in meno sull’orologio, accaldato e stanco, ho dovuto affrontare un Maestro Fide d’esperienza in una linea della quale non ricordavo nulla: dopo 7 mosse avevo -1 col Bianco e intorno alla ventesima, non vedendo niente di meglio, ho ceduto un pedone per cercare di liberare i miei pezzi. Ottimo direi. 

A questo punto la fortuna mi ha fatto un assist imprevisto: dopo aver pensato che il mio avversario potesse giocare una mossa, mi sono accorto che in realtà non poteva farla; proprio in quel momento l’ha giocata, cadendo con entrambe le scarpe in una trappola che non avevo neppure preparato e che mi ha consentito di guadagnare la qualità per due pedoni.

Al computer l’ardua sentenza su come ho giocato il finale, in cui sono riuscito a prevalere gestendo abbastanza bene lo zeitnot. 

La sera è stata dedicata alla preparazione del turno dell’indomani: quando a casa non si fa nulla di apertura, è naturale dover sgobbare come muli durante il torneo. 

Secondo voi ho azzeccato la preparazione? Ovviamente no. 

4) Marzatico-Fuochi 1-0

Turno importantissimo: vincendo mi sarei portato a 4 su 4, ma l’avere il Nero e l’imprevedibilità dell’apertura del mio avversario hanno reso oggettivamente difficile la preparazione.                                                                                                                          La stanchezza e il caldo mi hanno portato a gestire superficialmente una posizione complicata che richiedeva senza dubbio un calcolo più accurato e profondo; 

Luca sembra aver giocato bene, ma temo di  aver perso dai 2 agli 8 treni.

Peccato. 

L’ultimo turno alle 15 lascia ai giocatori poco tempo per prepararsi; svaccarsi sul divano della hall e chiudere gli occhi ascoltando un po’ di musica mi pare essere la soluzione migliore.

5) Fuochi-Di Michele 1/2

Sarà capitato anche a voi di sedervi, pensando “ ma dai, figurati se mi gioca quella variante, non l’ha mai giocata in vita sua” e puntualmente veder apparire sulla scacchiera proprio la mossa che non volevate affrontare. Nella mia testa è comparsa l’immagine di Bart Simpson che scrive sulla lavagna una frase del tipo “Sono un asino, devo studiare meglio le aperture” e anche in questa partita sono riuscito a star peggio col Bianco entro la decima mossa.

L’unica soddisfazione di questo turno è aver calcolato correttamente una lunga variante che mi ha permesso di non perdere: per come si era messa, salvare la pellaccia senza che l’avversario abbia commesso grossi errori va già bene.

Alla fine, quindi, nonostante il magro bottino dell’ultimo giorno, ho chiuso a 3,5 / 5 ottenendo un premio di fascia e un leggero incremento del punteggio Elo.

A onor di cronaca, il torneo é stato vinto dal Maestro Internazionale ucraino/bolognese Artem Gilevych, unico su 108 giocatori a totalizzare 5 vittorie su altrettante partite.

Chiudo questo resoconto con un ringraziamento allo staff e in particolare al presidente della Scacchistica Parmense Luciano Fischetti per aver organizzato un evento a mio avviso molto ben riuscito e al quale spero di partecipare anche in futuro!

Alla prossima a tutti i miei lettori!

Tommaso